3 dic 2013

L'arte di volare

Finora chiunque volesse aprirsi all'esperienza del fumetto biografico e storico d’autore, tralasciando gli albi seriali da edicola e puntando al cosiddetto graphic novel, poteva subito orientarsi tra alcuni titoli assai noti. Basta soltanto pensare al Maus di Art Spiegelman, straziante rievocazione – insignita di un premio Pulitzer – della tragedia dei campi di concentramento nazisti, o a Persepolis di Marjane Satrapi, atto d’accusa contro il regime teocratico iraniano che, nella sua versione animata per il cinema, ha conquistato un Gran Premio della Giuria a Cannes e candidature per il Golden Globe e l’Oscar.

Oggi tra i romanzi grafici imprescindibili di matrice realistica possiamo annoverare un nuovo capolavoro: L’arte di volare della coppia spagnola formata dallo sceneggiatore Antonio Altarriba e dal disegnatore Kim (pseudonimo di Joaquim Aubert i Puig-Arnau). Pubblicato dalla 001 Edizioni in un volume di 224 pagine contenente, tra l’altro, anche un’introduzione del critico Goffredo Fofi, L’arte di volare non solo ha conseguito tutti i premi di settore iberici, ma ha anche attirato l’attenzione della stampa europea che gli ha tributato recensioni e commenti entusiastici.

Ma su cosa è incentrata questo toccante romanzo grafico? Sulla vita del padre di Altarriba, anche lui di nome Antonio, nato nel primo decennio del Novecento nelle campagne intorno alla città di Saragozza e morto suicida nel 2001, dopo una lunga depressione, in un pensionato per anziani. Gli autori de L’arte di volare decidono quindi di proiettarsi nella mente e nell’anima dell’uomo per comprendere le motivazioni del suo gesto. E capiscono che il suo suicidio rappresenta la sintesi ultima di un’esistenza costellata di fallimenti personali e ideologici, di sogni soffocati dalle meschinità quotidiane.
Antonio fin da giovane aspira a una società che conceda pari opportunità a tutti, abbraccia il pensiero socialista, si ribella ai dettami della Chiesa, partecipa alla Guerra civile contro i miliziani di Franco. Ma la sua lotta e i rari scampoli di felicità che riesce a trovare impattano continuamente contro il muro delle dittature, la repressione di ogni libertà individuale, il tradimento di compagni disposti ad abbandonare ogni ideale per perseguire - con azione spesso criminose - la ricchezza materiale. Finché, in tarda età, il suicidio – avvenuto in uno squallido pensionato popolato di vecchi mediocri che gli autori descrivono con una spietatezza senza pari – si trasforma nel suo ultimo atto di ribellione verso un sistema che ha sempre cercato di annientarlo dentro e fuori.

L’arte di volare è un’opera lineare, nel suo svolgimento biografico, ma complessa nei suoi snodi e nelle sue chiavi di lettura. Perché la vicenda di Antonio non è altro che lo specchio allegorico di una macrostoria, quella del XX secolo, che ci riguarda ancora tutti e con la quale risulta tuttora difficile fare i conti.

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