17 mag 2011

Motel Connection booktrailer


Beh, che aspettate ad acquistarlo e a leggerlo?

Motel Connection

Era da diverso tempo che volevo allontanarmi dalla dimensione critica per lasciarmi coinvolgere da un processo creativo legato a un prodotto destinato a un pubblico di massa...
... e l'occasione è giunta grazie a Mauro Garofalo, vulcanico amico che collabora con "Il Sole 24Ore" e che già da qualche tempo sta raccogliendo lusinghieri successi in libreria grazie al best seller "In pArte Morgan" (pubblicato da Eleuthera e incentrato sulla controversa figura artistica dell'ex leader dei Bluvertigo, nonché ex star televisiva del programma "X-Factor") e al romanzo semi-autobiografico "Iolavorointivù" (Alacràn).
Il mio compito era quello di supervisionare il progetto a fumetti incentrato sui Motel Connection, band di musica elettronica comunemente considerata come uno spin-off dei Subsonica (con cui condividono l'ex bassista Pierfunk e il frontman Samuel). In pratica, contribuire a delineare meglio il concept di base, riguardare i testi, proporre scambi di battute, sorvegliare il filo logico della trama, rilevare eventuali errori e così via. In più si è aggiunta una prefazione che potesse introdurre al meglio i lettori nello spirito dell'intera operazione.

A realizzare materialmente il lavoro c'erano lo sceneggiatore-disegnatore Bruno Letizia e gli illustratori Serena Effe e Valerio Schiti, tutti con un background molto forte e idee già sufficientemente chiare. E poi una publishing house - le Edizioni Ambiente, attraverso il loro sub-imprint VerdeNero - coraggiosa e totalmente nuova al mondo del fumetto.

Alla fine, il volume "Motel Connection: H.E.R.O.I.N. - La strada dei supereroi" (il link rimanda all'ottimo special proposto dal sito d'informazione fumettistica Comicus.it) è uscito il 27 aprile scorso - preceduto da uno splendido booktrailer lanciato online - riscuotendo, curiosità, interesse e qualche bella, immediata risposta critica (per i dati di vendita ci vorrà un po' di tempo).
In questa occasione, i Motel Connection si sono ritrovati (Samuel in questo momento è in tour coi Subsonica) per partecipare anch'essi, il 29 aprile - assieme a Mauro, Valerio, Bruno, Serena e il sottoscritto - alla presentazione in anteprima del graphic novel al Napoli Comicon, nelle sale (freddissime, quest'anno) di Castel Sant'Elmo. A riprendere il tutto le videocamere di XL, magazine de "la Repubblica".

Così, nel corso dell'evento - mentre Valerio realizzava pin-up degli alter-ego supereroistici dei componenti della band - i Motel Connection hanno dato vita a una piccola sessione acustica semi-elettronica (grazie ai marchingegni di Pisti) in cui hanno interpretato tre loro cavalli di battaglia: "Uppercut", "Heroin" (il pezzo che dà il titolo al loro ultimo disco e alla storia a fumetti9 e "Two".

14 mag 2011

L'Eternauta al Salone del Libro di Torino


Antonio Scuzzarella e la sua 001 Edizioni hanno presentato l'edizione definitiva de L'Eternauta al Salone Internazionale del Libro di Torino.

Si tratta di un volumone "monstre" di circa quattrocento pagine, cartonato, pieno zeppo di apparati redazionali (interventi di Goffredo Fofi, Gino Frezza, Sergio Brancato, Matteo Stefanelli e del sottoscritto; excursus biografici, contestualizzazioni storiche; ecc.).

Io, tra l'altro, venerdì 13 maggio ho tenuto sull'argomento una lezione all'Università di Napoli "L'Orientale", invitato dal gentilissimo Loris Tassi, docente di Letteratura Ispano-americana.
Lezione di un'ora e mezza alla fine della quale è emersa anche una studentessa intenzionata a sviluppare una Tesi di Laurea sull'argomento col professor Tassi.

Tornando al volume de L'Eternauta, Scuzzarella ha poi realizzato anche una litografia a tiratura limitata colorata dalla talentuosa Barbara Ciardo.

Barbara ha realizzato la cover del libro giocando con le tonalità caldo-fredde. E il risultato è meraviglioso.
Prima ancora, però, la colorista aveva fatto un'altra proposta che, seppur splendida, ritenevamo - per vari motivi - non perfettamente centrata sia rispetto alla resa tipografica del volume, sia per il particolare tono drammatico su cui la storia di Oesterheld e Solano Lopez è incentrata.
Era però davvero un peccato lasciarla inedita perché si tratta di un lavoro estremamente originale, denso di maestria artistica.
Eccovela qui anche se in versione assai ridotta.


9 apr 2011

In Utero 2

Dedicato a G.C. e a F.P.


E' iniziato.

Il mese di aprile è iniziato.
Un mese che di solito mi avvinghia.
Il mese in cui sarò destinato a morire.
Non è la prima volta che ve ne parlo: C/mare (Na): In Utero.

E' venerdì. Me ne vado alla redazione napoletana de "la Repubblica" - di fronte alla Villa Comunale, a un passo da Villa Pignatelli - per concordare con Francesco Rasulo, Edo Scotti e Giovanni Marino gli articoli che, a fine mese, dovrò scrivere per documentare l'ormai tradizionale appuntamento del Napoli Comicon, la kermesse del fumetto, dell'illustrazione e dell'animazione che da Castel Sant'Elmo e dalla Mostra d'Oltremare si irradierà attraverso tutta la città, con propaggini a Salerno e in provincia di Benevento.



Fa caldo. Molto caldo, ma mi sento bene. In treno mi sono portato un volume di "Strangers in Paradise" che attendo di leggere da troppo tempo ormai e che, una volta aperto, mi soddisfa pienamente.

In redazione tutto ok. L'amico Ottavio Ragone mi dà il benvenuto col solito calore, Rasulo accoglie come possibili tutte le mie proposte, Marino accetta volentieri di pubblicare un articolo online dedicato a una mostra sul cartooning spagnolo che si terrà in un importante istituto culturale straniero. Con Gianni Valentino, poi, l'esperto musicale del giornale, ci scambiamo un paio di dritte per lavori imminenti.

Me ne esco soddisfatto dalla redazione e, visto che sono le 13 e 30 decido di andarmene a mangiare arancini e crocchè in una rinomata salumeria-rosticceria che si trova poco distante, proprio davanti all'ingresso di un istituto superiore in cui ho insegnato tre anni fa.

Ci arrivo e mi ritrovo circondato dagli studenti appena usciti da scuola. Ci sono anche alcune mie ex alunne che ho lasciato quando si erano appena staccate dalla pubertà e che adesso sono ragazze fatte e finite, con al seguito boyfriend belli e strafottenti come solo a Napoli sanno essere.

E' un momento felice. Non appena le ragazze mi vedono si precipitano fuori dal minivan in cui si trovavano stipate come sardine e mi circondano manco fossi una rockstar americana.
Non le ho mai perse di vista, ho i loro contatti su Facebook, commentano abitualmente i miei post. La primavera le rende ancora più carine e incoscienti, chiamano una loro compagna appartenente a un'altra classe e si fanno scattare un paio di foto con me.

Parliamo per qualche minuto, ci aggiorniamo a vicenda, ridiamo. Poi, da lontano, piombano in massa anche alcuni ex alunni col quale scambio saluti camerateschi fatti di pacche sulle spalle e cazzotti nei fianchi. Finché uno di loro dice: "Prof., lo sai che R.C. è morto?"
"Stai scherzando? R.C. ... Ma R.C. non era quello che abitava tra Posillipo e Coroglio? Quella capa di cazzo che arrivava sempre in ritardo... bel ragazzino, coi capelli neri neri?"
"Eh, lui! Si è impiccato... A fine marzo..."

E aprile torna a essere aprile. E il sole appare pallido dietro le nubi di calore.

Me lo ricordo eccome R.C., voce flautata, ragazzo di buona famiglia, sempre ben vestito, sempre col motorino adeguato, mai senza minimo una carta da 50 euro in tasca.
Ricordo un colloquio con la madre, mi ricordo che mi parlava dell'attività di famiglia, incentrata su un'importante rimessa di natanti.
Era proprio di fine marzo, un incontro genitori-docenti, e ricordo che con la signora parlavamo dell'indolenza del figlio.
"E adesso andiamo anche incontro all'estate, professore," mi diceva. "E da noi, in estate, la vita si ferma. Per tre mesi sono solamente mare e sole, sole e mare. Ci mettiamo tutti sulla barca o sulla spiaggia e chi si è visto si è visto. Se ne parla a metà settembre."

Ricordo che citai James G. Ballard durante quella conversazione. Citai il ciclo di Vermilion Sands, una manciata di racconti ambientati in una cittadina a ridosso di un lago prosciugato. Un luogo immobile in cui gli abitanti conducono un'esistenza spiaggiata, priva di ambizioni, avulsa da prospettive. E sono racconti che amo tantissimo.



R.C. ... impiccato... incontro un altro mio ex alunno, S.C., e gli chiedo ulteriori informazioni... "Voi lo sapete prof., G.C. e F. P. erano assai legati a lui e stanno male... Non sappiamo perché l'ha fatto. Il giorno prima che si suicidasse eravamo andati al cineforum e lui era seduto nella fila davanti a me. E rideva, scherzava! Normale! Non ci abbiamo capito ancora niente. C'è chi dice che avesse incominciato a frequentare qualche brutto tipo, che si faceva qualche canna, ma a quest'età è normale farsi una canna, no?"

Sì, è normale. S.C. ha ragione: è normale. Mi dicono che hanno fatto i funerali in fretta e furia, forse per evitare che la chiesa facesse storie per via del suicidio. La chiesa ci tiene... e se ti professi cattolico ci devi stare

Gli alunni lentamente abbandonano la strada adiacente all'ingresso della scuola. Io vado a comprarmi gli arancini, ma non mi soddisfano. Mi paiono freddi, amari.
R.C. si è suicidato, i compagni non sanno perché, i genitori non sanno perché, nessuno sa perché.

Era fine marzo quando è successo, iniziava a far caldo.
R.C. l'anno scorso era stato bocciato e stava ripetendo la terza. Il caldo, il sole, il mare, la spiaggia, le barche.
La mia mente vaga, cerca accordi, intuizioni.
L'adolescenza è un periodo splendido e tragico, in cui il desiderio di vita si accompagna all'inadeguatezza e alla voglia di morire.
Cosa ti mancava R.C.? La gente dice che avevi tutto, che stavi carico di quattrini... e io immagino quanto dovessi essere carico di quattrini... ma so anche che non è questo il punto...

Ti vedo spiaggiato R.C., prigioniero di Vermilion Sands, incapace di uscire da quel loop spazio temporale dal quale, forse, ormai ti sentivi fottuto.
Tre-quattro mesi... Sole, calore, mare... Mare, calore, sole... Spiagge, barche e docce... e nessun luogo dove andare davvero. E nessuna prospettiva. Un'eterna ripetizione.



Sapessi quante volte mi sono sentito e talvolta mi sento ancora come te, R.C. ... Ma forse ciò che mi differenzia da te è che io amo Vermillion Sands. Mentalmente sono affamato di tutto, mi piace viaggiare e conoscere, ma sono altrettanto attratto dal tempo immobile e dalla dolce sofferenza che questo comporta.
Non lo so. E' aprile, ma al momento mi sento sereno. E' come trovarsi al centro di un uragano. Lavoro, mi godo mia moglie e mia figlia, scrivo, leggo, guardo film e serie TV, mi sposto.
Ignoro il mondo esterno, per quanto mi è possibile.
E attendo non so che.
E ti penso, R.C..

8 apr 2011

L'Eternauta



Ci sono lavori che travalicano la mera esperienza professionale: sono luoghi dell'anima che prendono corpo, pezzi di immaginario che si trasformano in realtà.

Giro intorno al progetto della versione definitiva de "L'Eternauta" già da alcuni anni.
Grazie ad Antonio Scuzzarella, fondatore e direttore della torinese 001 Edizioni ebbi, nel 2007, l'onore di conoscere il disegnatore Francisco Solano Lopez - l'artista che, con la sua granitica forza grafica, ebbe il merito di rendere viva e concreta una Buenos Aires devastata da un allucinante attacco extraterrestre. E di donare corpi, sguardi, fattezze, atteggiamenti, tic alla coralità di personaggi concepiti dallo sceneggiatore Hector G. Oesterheld.



Eravamo allo storico Salone dei Comics di Lucca.
Ricordo di Solano Lopez - che ha ormai superato gli ottant'anni di età - l'affabilità, la voglia di comunicare, lo sguardo vivace e curioso col quale osservava, senza alcuna malizia ma con grande compiacimento, tutto quanto di bello gli si presentasse davanti, da un'opera d'arte architettonica alla leggiadra avvenenza di una ragazza chiamata a servire al tavolo di un ristorante.



Ricordo una conferenza ai limiti dell'epico, alle due e mezza del pomeriggio e defilata dal flusso dei visitatori che riempivano piazze e padiglioni cittadini della fiera (gli organizzatori di Lucca Comics tendono tradizionalmente e colpevolmente a trascurare l'ambito delle presentazioni e dei dibattiti).

Ricordo che in prima fila, tra il pubblico, c'era Josè Munoz - che in gioventù fu allievo di Solano Lopez - e che io, chiamato da Antonio Scuzzarella a presentare il tutto, colsi la palla al balzo invitandolo a sedersi sul palco assieme a noi.
Ricordo l'intensità di quella conferenza, la rabbia di Munoz che accusava coloro che, ingannando una vedova Oesterheld provata dalla scomparsa del marito e delle figlie - vittime dalla dittatura militare - si erano portati via i diritti su "L'Eternauta". Per non parlare poi delle molte tavole originali della storia, pagate - così come i diritti - un tozzo di pane e rivendute poi in Europa, soprattutto a ignari collezionisti italiani.
Ricordo l'emozione di essermi trovato a guidare - con domande e inviti - il flusso di parole di due giganti del fumetto internazionale. Ricordo il tempo sforato (una mezz'oretta) e la signorile gentilezza di coloro che avrebbero dovuto parlare dopo, Simone Bianchi e Marco Turini, che si sarebbero detti disposti a ritardare all'infinito pur di consentire a Solano Lopez e a Munoz di proseguire la loro conferenza. Ricordo uno spettatore che mi fermò dicendomi che era stato uno degli incontri più belli al quale avesse mai assistito.

La versione definitiva de "L'Eternauta" edita da 001 Edizioni - la migliore in assoluto, a livello MONDIALE - è ormai in dirittura d'arrivo. Per anni il pubblico italiano ha conosciuto il capolavoro di Oesterheld e Lopez attraverso il pesante (seppur efficace) editing effettuato a metà degli anni Settanta da Ruggero Giovannini per la mitica Eura Editoriale (adesso Editoriale Aurea).
Ottimo editing - lo testimonia il successo pluridecennale della saga nel nostro Paese - ma pur sempre un editing, irrispettoso di certe caratteristiche originali del racconto - i testi meno preponderanti, la sequenzialità muta di molte scene - e di un finale ciclico che, in questa versione definitiva, riappare invece come effettivamente era, meno serrato e più metatestuale.



Scuzzarella - che nel 2007 dedicò a "L'Eternauta" un bel portfolio commemorativo contenente anche un racconto inedito e "politico" sceneggiato da Juan Sasturain - ha recuperato moltissimi originali per effettuare una scansione diretta del materiale, ma in diversi casi ha dovuto - suo malgrado - far riferimento alla pur eccellente edizione argentina della casa editrice Record che, comunque, presenta, all'interno delle pagine, delle piccolissime modifiche rispetto all'edizione apparsa inizialmente su "Hora Cero", la bella e sfortunata rivista voluta e prodotta da Oesterheld sulla quale comparve per la prima volta "L'Eternauta".
Il sogno editoriale di Antonio resta, in ogni modo, quello di riuscire a recuperare, un giorno, TUTTE le tavole originali de "L'Eternauta" per pervenire a un'edizione che non presenti la benché minima differenza con quella apparsa su "Hora Cero".

La cura con la quale Scuzzarella ha seguito questo progetto travalica il concetto di ammirevole. La traduzione del materiale è stata supervisionata una decina di volte (una anche dal sottoscritto). La cover del libro è colorata dalla napoletana Barbara Ciardo (una grande professionista che lavora in esclusiva per la DC Comics e che ho presentato io personalmente al patron della 001 Edizioni). L'apparato critico è imponente: introduzione di Goffredo Fofi e saggi critici a cura del sottoscritto, Sergio Brancato, Gino Frezza e Matteo Stefanelli (vale a dire, il meglio che la cultura accademica possa oggi offrire sul linguaggio del fumetto). L'appendice iconografica è impressionante: si va dalle fotografie inedite della famiglia Oesterheld fino alla cartina di Buenos Aires che consente ai lettori di ripercorrere gli eventi del racconto proponendo l'itinerario seguito da Juan Salvo, dai suoi compagni e dalle truppe dell'esercito alle quali si aggregano.

Di più: Scuzzarella ha addirittura aperto un blog tutto dedicato a "L'Eternauta", dove ha pubblicato i saluti di Solano Lopez e di uno dei nipoti di Hector G. Oesterheld raccolti l'anno scorso alla fiera del Libro di Francoforte. L'Argentina era paese ospite della manifestazione e ad Elsa Oestrheld - vedova di Hector - è stato tributato un lunghissimo applauso accanto a un presidente Kirchner orgoglioso e commosso.



Insomma, "L'Eternauta" è qui, nella versione che tutti dovrebbero leggere. Il fatto di aver contribuito materialmente a rendere il volume ciò che è, mi rende raggiante.
E vi invito caldamente a prendere parte a quella che è anche una mia festa personale.

6 apr 2011

Enrique Breccia e il Nuovo Mondo



Dal 15 al 17 aprile nel quartiere fieristico Expo di Piacenza si terrà FullComics & Games, kermesse ruotante intorno al Fumetto, ai Giochi di Ruolo, ai Videogames e al Cosplay.


Dal punto di vista strettamente fumettistico, l'ospite di spicco della manifestazione sarà sicuramente l'argentino Enrique Breccia, il cui stile personalissimo e originale è riuscito a incantare lettori e cartoonist di tutto il mondo, restando comunque unico e inimitabile.

Enrique, figlio di Alberto Breccia, non per nulla uno dei nomi più importanti dell'intera storia del fumetto mondiale, è noto per opere suggestive e indimenticabili come "Alvar Mayor" e "Robin delle stelle" (entrambe su testi di Carlos Trillo); "Ibanez" (su sceneggiature di Robin Wood); "Il collezionista di sogni" e "Il cacciatore del Tempo" (su testi propri).
Ma i titoli citabili sarebbero davvero innumerevoli.

Nel pieno degli anni 2000, il disegnatore ha poi intensificato i suoi rapporti con l'industria statunitense (e in particolare con la DC Comics e il sub-imprint Vertigo).
Hanno così visto la luce una miniserie evocativa come "Lovecraft" (scritta da Hans Rodionoff e pubblicata in Italia dalla Magic Press) e un lungo, affascinante ciclo di "Swamp Thing".



Di recente Breccia ha iniziato a lavorare per il mercato francese dove, con lo sceneggiatore Xavier Dorison, ha dato impulso al ciclo - sospeso tra la ipotesi storica, spionaggio e fantascienza - intitolato "Sentinelles".

Conosciuto in Italia soprattutto grazie alla costante pubblicazione su "Lanciostory" e "Skorpio" dell'Eura Editoriale (oggi trasformatasi in Editoriale Aurea), Breccia è valorizzato anche da case editrici come la 001 Edizoni, con la quale mi ritrovo già da alcuni anni a collaborare e con la quale sto intensificando in vari modi i rapporti di lavoro.



Antonio Scuzzarella - patron della 001 Edizioni - ha già riproposto, per esempio, in un bel volume di ampio formato, il surreale "Il collezionista di sogni". E adesso, in concomitanza con l'arrivo di Enrique Breccia a FullComics - invitato e ospitato dallo stesso Scuzzarella per un tour italiano che comprenderà anche alcuni negozi specializzati in fumetti - ecco l'uscita di "Nuovo Mondo", un graphic novel in 10 capitoli scritto dall'immenso e compianto Ricardo Barreiro.

Del volume "Nuovo Mondo" ho curato i redazionali (testo per la quarta di copertina, introduzione e correzione/conferma delle biografie degli autori) e sono molto felice di avervi preso parte perché, oltre a rappresentare una delle ultime opere realizzate dal mio amatissimo Barreiro (prematuramente scomparso a 50 anni) di cui sono un fan da quando ero adolescente, propone anche un Enrique Breccia in stato di grazia.

"Nuovo Mondo" parte da un'ipotesi sospesa tra realtà e fantasia: che alla storica spedizione di Cristoforo Colombo verso le Indie Orientali abbia preso parte una quarta caravella scomparsa nel nulla.
In realtà la nave è precipitata in una sorta di buco spazio-temporale e i marinai sono stati risucchiati in una realtà parallela che sembra inglobare le più grandi invenzioni narrative della letteratura fantastica della Golden Age.

"Nuovo Mondo" ci permette di apprezzare un Barreiro mai così divertito e citazionista (pesca a piene mani da Ambrose Bierce, Robert Howard, H.P.Lovecraft, Fritz Lieber, ecc.) e un Breccia capace di accompagnare la fantasia scatenata dello sceneggiatore con inquadrature e soluzioni grafiche vertiginose.
Se avete amato "Lost", ne sentite la mancanza e volete tornare a vivere altre avventure incentrate su un immaginario simile (anche se "Nuovo Mondo" è stato pubblicato perlomeno 10 anni prima del serial di J.J.Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber), magari per scoprirne i presupposti narrativi e la tradizione fantastica alla quale si ricollega, allora questa è la lettura che fa per voi.

Se ne avete la possibilità e se volete, dateci un'occhiata.

27 mar 2011

Comics: Best of the Year 2009

Ed ecco, alfine, l'anello mancante. Il cerchio si chiude.





qui l'ultima classifica - che presto sarà pubblicata anche da Lo Spazio Bianco.it - relativa al 2010: C/mare (Na): Comics: Best of the Year 2010

e qui di seguito, il 2009. Enjoy it!



1) Matt Kindt: Super Spy – Rizzoli-Lizard
Se esiste un graphic novel perfetto, allora è questo. La quintessenza del fumetto: entertainment e ricerca artistica che collidono per dar vita a un affresco storico-avventuroso tanto incredibile quanto, al contempo, verosimile. Un libro che, anche dal punto di vista tipografico, punta a trascinare il lettore nei meandri di un’esperienza narrativa inedita e toccante.


2) Chris Ware: Jimmy Corrigan, il ragazzo più in gamba sulla Terra – Mondadori
La vita come un labirinto di segni e simboli. Jimmy Corrigan rappresenta un’opera d’arte concettuale d’importanza storica poiché tende a sondare lo specifico fumettistico come mai era accaduto prima. Il risultato è un vero e proprio universo poetico che esiste in sé, facendo tranquillamente a meno di tutte le interpretazioni possibili.


3) Alessio Spataro: La ministronza – GRRRzetic
Satira allo stato brado. Ruvida, sporca, abrasiva, inaccettabile, grottesca e non sempre (ma quando mai dovrebbe esserlo?) divertente. La ministronza testimonia l’urgenza morale e civile che oggi ci investe; manifesta la voglia di vomitare in faccia al potere italiota tutta la rabbia e il disgusto di questo mondo. Se qualcuno rimpiange la ferocia de “Il Male”, troverà qui giusto ristoro.


4) Naoki Urasawa/Osamu Tezuka: Pluto (vol. 1) – Panini Comics
La poetica di Isaac Asimov e Philip K. Dick. Un concept affascinante che filtra l’immaginario di Osamu Tezuka attraverso uno stile che gli infonde realismo e che guarda alla forza visionaria di film come Blade Runner e Minority Report. Un intento revisionista che non si traduce mai in gratuita violenza iconoclasta. Pluto è l’ennesimo capolavoro di Naoki Urasawa, uno degli autori più significativi del fumetto contemporaneo.


5) Leo Ortolani: Ratto/Ratto II: la vendetta (su “Rat-Man Collection” nn. 70-71) – Panini Comics
L’importanza della saga di Rat-Man la si dà ormai per scontata. Ma quando ci si trova a leggere una storia come Ratto, un gioiello di umorismo pirandelliano e di satira grottesca, non si può far finta di nulla. Pensavamo che una simile rappresentazione dell’orrore della guerra potesse effettuarla solo un genio come Vuillemin. Anche se Ortolani non può/non vuole/non se la sente di raggiungere quei livelli, possiamo dire che ci sbagliavamo.


6) Luigi Bernardi – Grazia Lobaccaro: Carriera criminale di Clelia C. – Edizioni BD
In un momento in cui il comics journalism acquisisce visibilità e consensi, tentando di illustrare e interpretare eventi storici e fatti di cronaca, Luigi Bernardi e Grazia Lobaccaro cercano di andare oltre, mostrando ciò che i mezzi di informazione considerano non-esistente e anticipando ciò che apparirà chiaro solo in futuro. Un quadro cupo e angosciante che reinterpreta la lezione seminale dei fumetti neri italiani degli anni Sessanta.


7) Daniel Clowes: Come un guanto di velluto forgiato nel ferro – Coconino Press
Puro immaginario americano per un’odissea cupa, violenta, terrificante che guarda all’opera di Kafka, ma anche ai racconti minimalisti di Raymond Carver e alla visionarietà di David Lynch.
Non sarà questo il lavoro più accessibile di Clowes, però ha il merito non da poco di portare alla luce un universo “a parte” che si autoimpone di respingere il lettore senza concedere nulla alla compiacenza. Vera arte, insomma.

8) Grant Morrison – Frank Quitely: All-Star Superman – Planeta DeAgostini Comics
Ben più di un’operazione postmoderna o revisionista, All-Star Superman cerca di riscoprire le radici di un mito del Novecento, illustrando in chiave ironica e semi-nostalgica le ragioni della sua inossidabile forza iconica. Apparentemente ostico per coloro che non hanno mai frequentato il supereroismo a fumetti, in realtà denso di rimandi sottotestuali che impongono al lettore, con garbo e intelligenza, di inoltrarsi in una fervida esperienza esegetica.


9) Roberto Recchioni – Massimo Carnevale: Mater Morbi (su “Dylan Dog” n. 280) – Sergio Bonelli Editore
Il racconto più intenso e sentito di Roberto Recchioni -pur palesando tutti i difetti dello sceneggiatore romano- illustrato da uno dei più grandi disegnatori che il fumetto italiano abbia mai conosciuto. Mater Morbi riesce a essere disturbante, suscita riflessioni, incanta per una parte grafica eccelsa. E ha il merito di restituire senso a una collana che ormai da lustri sembrava non aver più nulla da dire.


10) Ed Brubaker – Sean Phillips: Incognito – Panini Comics
Parte come il più classico dei noir, tra personaggi autodistruttivi e situazioni senza via d’uscita. Si evolve poi in un mystery che si riallaccia alla narrativa e all’estetica del pulp con una freschezza e una consapevolezza delle regole del genere che era mancata persino al Tom Strong di Alan Moore. Incognito fa scontrare le due sfere d’interesse di Brubaker -supereroismo e crime story- esaltando la sagacia narrativa di uno dei migliori sceneggiatori americani di questo decennio.
Menzioni storiche

1) Grazia Nidasio: Valentina Mela Verde – Coniglio Editore
In un’epoca in cui il fumetto diretto a un pubblico infantile o pre-adolescenziale è virtualmente scomparso, schiacciato dalla predominanza di personaggi-gadget protagonisti di storie-spot, Valentina Mela Verde ci riporta a un periodo in cui educazione, pedagogia e rispetto per i ragazzi rappresentavano obiettivi concreti da perseguire a ogni costo. L’arte elegante di Grazia Nidasio per storie in cui la morale finale non appariva mai retriva, ma diretta alla costruzione di un futuro migliore.

2) Carlos Trillo – Jordi Bernet: Custer – Allagalla
Risulta ancora oggi impressionante constatare quanto Trillo e Bernet nel 1985 avessero compreso in quale direzione si stesse incanalando il futuro. Molto prima di The Truman Show e utilizzando come bussole le opere di Burroughs e Ballard, nonché la visionarietà del regista David Cronenberg, i due cartoonist diedero vita a un universo tragico e grottesco ossessionato dalla virtualità televisiva. La dittatura di Grande Fratello e Uomini & Donne, in anticipo di vent’anni.


3) Garth Ennis – Kelley Plunkett: Il Soldato Fantasma – Planeta DeAgostini Comics
Miniserie-capolavoro in cui disincantata ricognizione storica e dure considerazioni politiche forniscono linfa a una spy-story drammatica e inquietante. Edita col marchio Vertigo a metà degli anni Novanta, Il Soldato Fantasma mantiene ancora oggi intatta tutta la sua forza narrativa e rappresenta il necessario viatico per accostarsi alla recente serie regolare -scritta da Joshua Dysart e disegnata da Alberto Ponticelli- altrettanto torbida ed acclamata da pubblico e critica.

Comics - Best of the Year 2008

Ancora indietro nel passato. Stavolta tocca al meglio del fumetto del 2008 (classifica redatta sempre per conto de Lo Spazio Bianco.it):

1) Casali – Camuncoli – Ruggiero: La neve se ne frega, Panini Comics
La filosofia del rocker: si nasce vecchi per morire giovani. E nel mezzo, c’è la necessità di lottare contro il Sistema. Anche se questo finirà inevitabilmente col sopraffarci.
Da un romanzo di Luciano Ligabue, un adattamento a fumetti (ma la definizione è riduttiva) perfetto, calibratissimo, toccante. Casali, Camuncoli e Ruggiero costituiscono ormai un team creativo giunto alla piena maturità artistica.

2) Moore – Gebbie: Lost Girls, Magic Press
L’esplorazione della pornografia nelle sue potenzialità di medium completo. L’alto e il triviale che cercano un punto di contatto apparentemente impossibile da scovare. Apparentemente.
Alan Moore e Melinda Gebbie si gettano a capofitto in una materia incandescente, inclassificabile, discutibile a prescindere. Lost Girls rappresenta un atto di coraggio che da solo vale più di qualsiasi riuscita artistica.

3) Bagge : Apocalisse ora!, Magic Press
Non saranno un conflitto nucleare o una crisi economica fuori scala a distruggerci. Sarà la nostra stessa inettitudine da nerd frustrati che -combinata con l’atavico istinto alla sopravvivenza- si tradurrà in una regressione preistorica. Peter Bagge questo l’ha sempre saputo e il finale di Apocalisse ora! è agghiacciante nella sua semplicità: “Io do a te cibo per campare, tu fai scopare me con te. E affanculo il resto”.


4) Pagani – Caluri : Don Zauker : Secondo Avvento, Il Vernacoliere
Già il solo fatto di essere riusciti ad appropriarsi di un nome preesistente facendo dimenticare il personaggio al quale apparteneva in passato, renderebbero Pagani e Caluri meritevoli di un riconoscimento imperituro. Ma le torbide, esilaranti storie di Don Zauker vanno ben oltre la divertente e riuscita citazione: rappresentano una lettura vitale, indispensabile, catartica. Una boccata d’ossigeno in una realtà satura di miasmi mefitici.


5) Moore – J.H.Williams III: Promethea (vol. 5), Magic Press
Il fumetto applicato a una personalissima, poderosa visione letteraria, filosofica e artistica. No, non stiamo affermando che Promethea è la risposta fumettistica alla Commedia di Dante. Il lavoro di Moore e J.H. Williams III è pop psichedelico che punta all’intrattenimento attraverso un percorso improntato su contenuti alti. Il risultato? L’ultima forma di “supereroismo puro” realmente ricercabile. Solo nella sfera del trascendente. Con buona pace dei “messia” Obama e Berlusconi.


6) Ennis – Medina : The Punisher : Vedove Nere (in “100% Marvel Max”), Panini Comics
Garth Ennis -attualmente, il massimo scrittore anglosassone di narrativa hard-boiled a fumetti- imbastisce una storia del Punitore che si colloca a un ideale incrocio tra I Soprano, Sex & the City e Desperate Housewives. Detto così sembra un’immane cazzata. In realtà è una delle storie più crude, coinvolgenti e commoventi che ci sia capitato di leggere nel 2008. Fumetto mainstream che viaggia sui binari della perfezione.

7) Berardi/Calza – Foderà/Campi: Julia: Abbraccio Mortale (“Julia” n.112, gennaio 2008), Sergio Bonelli Editore
Il noir come raffigurazione tanto terribile quanto sincera della realtà che viviamo. Una banalità? Forse. Fatto sta che “Julia” resta il serial italiano più compiuto, rigoroso, qualitativamente costante degli ultimi vent’anni.
Abbraccio Mortale è una storia abrasiva, spietata, ma altrettanto carica di umana pietà. Una storia che stringe il cuore, fa versare lacrime, spinge alla riflessione, sublimando la raffigurazione di una tragedia senza speranza.

8) Straczynski – Garney/Rehinold: Spider-Man: Back in Black (“The Amazing Spider-Man” nn.539-543. In Italia su “L’Uomo Ragno nn.471-484/486, ottobre 2007-aprile/maggio 2008), Panini Comics
I vecchi fan dell’Uomo Ragno, coloro che viaggiano verso la quarantina e hanno capito come va il mondo possono chiudere qui il loro rapporto con l’alter ego di Peter Parker.
Nato dalla tragedia familiare di uno zio ucciso, vissuto tra naivetè e catastrofi personali, Spider-Man giunge a un punto di non ritorno. Back in Black fa piazza pulita degli ultimi scampoli di sogno supereroistico e ci ricorda che là fuori la realtà incombe. Fredda, aspra, brutale.

9) Morrison – Van Fleet: Batman: Il Clown di Mezzanotte (“Batman” n. 663. In Italia su “Batman” n. 9, febbraio 2008), Planeta DeAgostini
Non un fumetto, ma un corposo racconto illustrato inserito nella serie regolare originale “Batman”. Ed è un gran racconto: un thriller a orologeria che sfocia spesso e volentieri in abissi di puro terrore. Sequel ideale del The Killing Joke di Moore e Bolland più che di Arkham Asylum, Il Clown di Mezzanotte trascende la narrazione supereroistica, attirando il lettore nei meandri di un lucido delirio. Comune tanto al Joker quanto all’Uomo Pipistrello.


10) Bartoli – Carnevale: Un italiano, un francese, un americano (Euracomix n. 234, marzo 2008), Eura Editoriale
Ci vogliono le palle per realizzare un fumetto in cui viene rappresentata la barzelletta del Fantasma Formaggino. Ed evidentemente Bartoli & Carnevale ce le hanno, visto che la barzelletta del Fantasma Formaggino ce la raccontano pari pari in tutta la sua scemenza. E, nel farlo, riescono pure a strappare una grassa risata. E a farci tornare bimbi per un delizioso attimo.
Scanzonata incursione tra le incarnazioni dei luoghi comuni, in perfetto stile “John Doe”. Con omaggi sparsi a Fredric Brown e Pirandello.
Menzioni Storiche

1) Eisner: Gli Archivi di Spirit (vol. 15), Kappa Edizioni
Fumetto mainstream ad alto tasso di sperimentazione. Scuola insuperabile di tecniche di sceneggiatura, storytelling e illustrazione. Spirit, l’eroe mascherato più scombinato di sempre, contro Octopus, probabilmente il villain (qui alla sua prima apparizione) più misterioso della storia del fumetto statunitense. Siamo nel bel mezzo degli anni Quaranta e alla regia c’è un Will Eisner in piena esplosione creativa.
Non c’è bisogno di dire altro.


2) Cosey: Viaggio in Italia, Planeta DeAgostini
Uscito nel 1988 nella collana Air Libre della Dupuis, Viaggio in Italia è un gioiello sommerso che va riscoperto. Percorso di crescita, maturazione, disillusione, ricostruzione di un nucleo di amici colpito dalle traversie della vita. Un nuovo equilibrio, duramente conquistato, lascerà aperte diverse ferite.
Se fosse un film, sarebbe una sceneggiatura di Truffaut affidata alla regia di Michael Cimino. Lo struggente finale si estrinseca attraverso un capolavoro di tecnica narrativa.


3) Mitsuteru Yokoyama: Babil Junior (vol. 7), D/Visual
Come rendere sempre interessante una serie pressoché interminabile di situazioni da assedio.
Sontuoso e accattivante nel soggetto, semplice e dannatamente efficace nello sviluppo delle trame, inquietante e mai banale nell’evocazione delle atmosfere, forte di un ritmo velocissimo ma mai forsennato,.Babil Junior racchiude avventura, fantascienza, azione, mistero, suspense senza alcuna soluzione di continuità.
E scusateci se è poco.

25 mar 2011

Comics: Best of the Year 2007

Ho appena pubblicato il post riguardante il Best of the Year 2010 - Classifica Lo Spazio Bianco.it per quanto riguarda i fumetti pubblicati in Italia e mi accorgo solo ora di non aver mai editato in questa sede quelli relativi al 2007, al 2008 e al 2009!

Il 2005 invece lo trovate a questo link:


mentre il 2006 a questo:


Va be', rimediamo e (ri)partiamo col 2007:


1) G. Morrison – S. Bianchi, Shining Knight (Sette Soldati della Vittoria vol.3), Planeta DeAgostini
Fumetto allo stato brado, opera d’intrattenimento che guarda in alto schivando stucchevolezze e banalità, “Sette Soldati della Vittoria” è una maxi-serie composta da miniserie in cui lo sceneggiatore Grant Morrison si appropria di un concept del passato attualizzandolo in chiave esoterica.
Sette guerrieri chiamati dal destino a combattere contro una minaccia cosmica; le loro rispettive strade, tuttavia, non si incrociano mai se non attraverso i risultati delle loro azioni individuali – apparentemente slegate – che, alla fine, si sommano conducendo uno di loro a scagliare il colpo definitivo verso il nemico; nel non-gruppo è sempre presente un traditore e c’è sempre una vittima designata.
Tra i vari capitoli della saga – che presentano una sequela interminabile di omaggi artistico-letterari: da Harlan Ellison a Michael Moorcock, da Jack Kirby a Frank Frazetta, da Freud a Jung – scegliamo quello graficamente più spettacolare, illustrato con visionario iperrealismo (e qui l’ossimoro risulta necessario) dal lucchese Simone Bianchi.
Se “Sette Soldati della Vittoria” fosse stato pubblicato una ventina di anni fa, sarebbe subito assurto allo status di capolavoro esattamente come accadde a “Il Ritorno del Cavaliere Oscuro” e “Watchmen”.

2) Bryan Talbot, Alice in Sunderland, Comma 22
Si parte dalla vita e dalle opere di Lewis Carroll e da lì Bryan Talbot si addentra in una monumentale cronistoria del nord-est britannico che va a toccare… di tutto, di più: eventi, invenzioni, letteratura, arte, architettura, toponomastica, cultura popolare, miti e leggende, cinema, teatro, biografie e autobiografie, musica, ecc., ecc.
Didascalico senza quasi mai scadere nel tedioso, apparentemente troppo concentrato su un micro-universo distante e, in alcuni casi, alieno, “Alice in Sunderland” affascina per la capacità di mostrare come nel mondo, in fin dei conti, tutto sia collegato senza soluzione di continuità e come questo discorso valga per ogni cosa, dall’universale al particolare.
Ciò che vale per la contea di Sunderland vale per ogni regione, per ogni città, per ogni luogo. Tutto ciò che Talbot racconta – attraverso pagine bellissime e riccamente decorate, frutto di un estenuante lavoro di ricerca e composizione – fa automaticamente tornare alla mente qualcosa che riguarda la propria terra, una qualche curiosità che si relaziona al nostro mondo privato.
E sfido chiunque a non versare lacrime a profusione leggendo il resoconto del fatto di cronaca che ha poi condotto alla realizzazione delle porte anti-panico, caposaldo della legge che regola la sicurezza nei locali pubblici.

3) J. Giraud/C. Rossi, Jim Cutlass – L’Alligatore Bianco, a puntate su “Lanciostory” nn. 26-30 (2007), Eura Editoriale
Ideato da Charlier & Giraud, gli stessi autori del ciclo western di “Blueberry”, “Mississipi Blues” – primo tomo della serie dedicata al Jim Cutlass – era stato più volte proposto in Italia, ma senza che i lettori nostrani riuscissero a sapere più nulla delle sorti del giovane avventuriero protagonista della storia. Menzione di merito all’Eura Editoriale, dunque, che in poco meno di un anno e a cadenza settimanale è riuscita a proporre – su “Lanciostory – tutti i capitoli della saga con tanto di conclusione.
Jim Cutlass appare dapprima come attore di un southern dai toni molto classici ambientato tra Alabama, Mississipi e Louisiana, ma poi – venuto meno l’apporto ai testi di Charlier e dopo alcuni anni di silenzio – il personaggio si trova coinvolto – a partire dal volume intitolato “L’Alligatore Bianco” – in vicende dai toni sempre meno realistici e sempre più fantastici e surreali.
Il passaggio dell’“umanoide” Giraud alle sceneggiature si sente tutto: il ritmo diventa fresco e giocoso, gli scambi di battute vivaci e coinvolgenti. Ma anche i disegni di Christian Rossi sorprendono per la capacità dell’autore di narrare con un uso sapiente della texture – l’oscurità delle paludi, i rituali del Ku Klux Klan, la dimora degli zombi sono resi con inquieta maestria – e una perfetta padronanza delle closures tra una vignetta e l’altra – come attestano la regia delle scene d’azione e i tempi a orologeria degli intermezzi da commedia.
“L’Alligatore Bianco” dà, insomma, il via a un’avventura che – tomo dopo tomo, ognuno correlato all’altro in maniera inscindibile – regala un crescendo di emozioni e si propone come un capolavoro di tecnica fumettistica.

4) D. Clowes, Ice Haven, Coconino Press
Nelle opere di Daniel Clowes la vita di provincia diventa spesso spettro di una tragica condizione esistenziale.
“Ice Haven” segna un’altra tappa importante di un percorso che tende a dimostrare come il termine “minimalismo” nasconda in realtà la messa in scena di catastrofi cosmiche sotto forma di poco appariscenti implosioni dell’anima.
Se vi aspettate chissà che dalla fine del mondo, correte a leggere le pagine di Daniel Clowes: lui conosce perfettamente le mille, banali, sottili variazioni dell’apocalisse. E sa che il tutto avviene quotidianamente, sotto i nostri occhi addormentati.

5) G. Simeoni, Gli Occhi e il Buio, Sergio Bonelli Editore
Un thriller d’ambientazione italiana, cronologicamente situato agli inizi del Novecento: ce lo saremmo aspettato partorito dal talento romanzesco di un Gianfranco Manfredi e invece ecco all’opera Gigi Simeoni che “Gli Occhi e il Buio” se lo sceneggia e disegna da solo.
Trama convenzionale quanto ritmata e ben gestita, qualche incertezza iniziale nella parte testuale, ma su tutto domina l’urgenza narrativa, la passione indiavolata dell’autore che – sorretto da sincerità, bravura tecnica e audace sensibilità storica – dà vita a un intreccio che avvince, convince e inquieta al di là di ogni dubbio e perplessità.

6) Hermann, Afrika, a puntate su “Lanciostory” nn. 37-41 (2007), Eura Editoriale
Racconto su un uomo ossessionato dal suo ruolo marginale di difensore di un pezzo di savana? Denuncia di quell’intreccio di interessi politici ed economici destinato inevitabilmente a distruggere il cuore del continente africano? Racconto d’azione che porta alla luce tutto lo sdegno, il pessimismo e la passione politica, sociale ed ecologica di Hermann?
“Afrika” è tutto questo: un amaro action thriller senza sbalzi fracassoni che colpisce come un pugno allo stomaco, sintetizzando la sorte dell’Africa centrale in un triplice finale per niente consolatorio.

7) P. Hornschemeier, Mamma torna a casa, Tunuè
Storia della rielaborazione di un lutto, “Mamma torna a casa” è un concentrato di atmosfere rarefatte e impalpabili che agiscono come un bisturi sottile puntato al cuore del lettore.
Minimalismo, sì: ma, ancora una volta, il minimalismo funge da mezzo per rappresentare una deflagrante e dolorosissima apocalisse privata.

8) Peter David & AA.VV., X-Factor (tutti gli episodi pubblicati nel 2007), su “X-Men Deluxe”, Panini Comics
“X-Factor” è un fumetto che a rigor di logica non dovrebbe esistere: prende il via da eventi sviluppatisi altrove – House of M e Son of M –, raggruppa personaggi le cui storie si sono dipanate negli anni su una miriade di altre testate, si intreccia in continuazione con una raffica di re-boot e mega cross-overDecimation, X-Men: Deadly Genesis, Civil War –, è di fatto incomprensibile per chiunque non legga i fumetti della Marvel e, in particolare, le testate dedicate ai mutanti della Casa delle Idee.
Eppure “X-Factor” prospera rigoglioso laddove qualsiasi altro titolo sarebbe marcito. Merito innanzitutto di un Peter David ironico e maturo che sfrutta il Marvel Universe per quello che è: uno scenario vivo e autonomo che costituisce una terra parallela visitabile attraverso disegni e vignette.
Le storie di “X-Factor” assomigliano paradossalmente a vita vissuta: sfogliando i comic-book della serie sembra di affacciarsi su accadimenti che si dipanano qui e ora mentre vi si assiste, che possiedono un’autonomia sorprendente sia nei confronti delle esigenze commerciali di continuity, sia nei confronti dei fruitori stessi.
Non importa se lettori e fan sono presenti, non importa se lettori e fan l’acquistano regolarmente ogni mese: il serial “X-Factor” starebbe sempre lì, esisterebbe a prescindere e le vicende che propone continuerebbero a evolversi anche se l’albo in questione non venisse più pubblicato.
Nouvelle Vague supereroistica occultata tra le perverse pieghe del mainstream.


9) N. Gaiman – J. Romita jr, Gli Eterni, Panini Comics
In molti lo davano come un “disperso” eccellente, Mr Neil Gaiman. Coinvolto in una caterva di progetti extra-fumettistici dai risultati altalenanti seppur altamente pubblicizzati, il creatore di “Sandman” – serial di culto dei primi anni Novanta – non brillava da tempo nemmeno nell’ambito dell’industria dei comics, imbarcandosi in progetti che, in genere, pur viaggiando ben oltre la piena sufficienza, non guadagnavano mai certi picchi di eccellenza del passato.
Anche “Gi Eterni” non ha riscaldato gli animi dei lettori: eppure è proprio su questa maxiserie – illustrata da un John Romita jr potente ed evocativo – che Gaiman riesce a recuperare la verve degli anni d’oro.
Ne “Gli Eterni”, Gaiman recupera il concept di Jack Kirby e, senza tradirlo, ne esalta il valore mitopoietico “pop” che lo ha reso virtualmente indimenticabile.
Dialoghi impeccabili e carichi di ironia – con sapide prese in gi
ro della cultura di massa e del politicamente corretto –, un gusto per il fantastico che si traduce in visioni di ampissimo respiro, alternanza cronometrica di azione e commedia, dramma e poesia, horror e humour nero. E un rispetto profondo per le regole dell’industria e dell’intrattenimento.
Da (ri)valutare senza preconcetti e nostalgie mal dirette.


10) G. Berardi/L.Calza – C. Piccoli, Julia n. 105 – L’imitatore, Sergio Bonelli Editore
Bisognerebbe indagare, un giorno, sull’apporto fondamentale che lo sceneggiatore Lorenzo Calza sta fornendo alla collana “Julia”. I suoi testi sono ormai riconoscibilissimi – molto al di là della semplice menzione nei credits – e la storia intitolata L’imitatore attesta tutta la sua bravura: una sequenza d’apertura da manuale – lodi al disegnatore Claudio Piccoli – un comprimario occasionale – in questo caso un voyeur trasformatosi in testimone involontario di un delitto – che da solo meriterebbe una miniserie, uno sviluppo senza momenti di stanca, un finale all’altezza.
Il fumetto “popolare” nella sua dimensione ideale.
Menzioni storiche a pari merito


1) Carlos Sampayo – Francisco Solano Lòpez, Evaristo, su “Lanciostory” nn. 26-43 (2007), Eura Editoriale
Pubblicato un quarto di secolo fa sulla rivista “L’Eternauta”, la saga del commissario Evaristo, duro poliziotto della Buenos Aires degli anni Cinquanta, mantiene intatta tutta la sua forza e, se possibile, assume oggi nel nostro paese un valore ancora più forte.
Le sceneggiature oblique di Carlos Sampayo trovano in Solano Lòpez un esecutore grafico partecipe e commosso che illustra con segno denso una capitale argentina attraversata da fremiti inquietanti, del tutto simili a quelli che ci troviamo a vivere oggi in Italia.
Due episodi spiccano tra tutti: quello incentrato sul rapimento di un criminale nazista da parte del Mossad col tacito consenso del governo nazionale argentino (che richiama il recente caso dell’imam milanese Abu Omar) e quello degli zingari che fungono – come sempre – da capro espiatorio per le insicurezze sociali.
A quando un’edizione in volume che appare ormai indispensabile?



2) G. & F. Solano Lòpez – F. Solano Lòpez, Ana, 001 Edizioni
Dovrebbe leggerselo Giuliano Ferrara questo libro devastante e disturbante realizzato da un padre e un figlio costretti, negli anni Settanta, a fuggire dalle spire della dittatura argentina. Forse riuscirebbe a riflettere qualche istante in più sulla vacuità del suo proposito post-avanguardista.
Ana è la storia di una donna violata che viene travolta da una vita senza speranza; è l’atto di accusa di una persona fatta a pezzi dal potere, dalle ingiustizie sociali, dall’assenza di valori umani.
Opera sofferta, Ana è pura terapia artistica, tragedia catartica i cui pesanti inserti polemici e retorici non ledono la sua forza etica, morale e civile.
Attualissimo.


3) E.C. Segar, Popeye (vol. 1), Planeta DeAgostini
L’integrale del “Popeye” di Segar è un sogno che diventa realtà.
Nel nostro paese le strisce dedicate al marinaio guercio e forzuto erano sempre state presentate in modo disorganico, con continui rimontaggi delle vignette.
Ora, invece, la Planeta DeAgostini propone in libreria dei volumi di grande formato dove strip e tavole domenicali compaiono ordinate in maniera cronologica, con riproduzioni a colori e in bianco & nero e un adeguato apparato critico.
E poi Segar è un genio dell’umorismo e dell’avventura pura: chi ha conosciuto le gesta di Braccio di Ferro soltanto attraverso i cartoni animati, si ritroverà a leggere un capolavoro denso di azione, di atmosfere magiche, di battute sagaci.
Nota di merito al traduttore: riprodurre in maniera perfetta lo slang con cui Segar fa parlare molti suoi personaggi – Popeye, in primis – deve essere stato un lavoraccio degno di un qualche premio specifico.